La politica dello struzzo non è più opportuna
La grande manifestazione del 28 marzo in cui un migliaio di cittadini e una sessantina di trattori hanno sfilato chiedendo l’annullamento del Progetto ANAS e di dirottare una parte dei fondi per risolvere i problemi di mobilità locale, è stata bellamente ignorata dai vertici regionali e nazionali che, con implacabile marcia burocratica, hanno proseguito nel loro iter e inviato ai Comuni il “nuovo” Progetto di Superstrada.
Naturalmente, come avevamo sempre dichiarato, il “nuovo” Progetto è lo stesso di prima con minime variazioni che, per certi versi, addirittura lo peggiorano.
Vorremmo nuovamente ribadire che questa infrastruttura non serve al nostro Territorio, anzi lo danneggerà consumando suolo e creando barriere invalicabili che impediranno, per esempio, agli Albairatesi di raggiungere Cassinetta e il Naviglio Grande (e viceversa) se non passando prima da Robecco. Quella che si vuole costruire ha le caratteristiche di un’autostrada che non potrà essere attraversata e che impedirà ai Comuni di avere collegamenti ciclo-pedonali e costringerà tutti a fare lunghissime deviazioni per andare da un paese all’altro.
Ci permettiamo di fare presente ai cittadini di Robecco che la nuova Infrastruttura che passerà a est di Castellazzo non toglierà il traffico in centro al paese poiché la maggior parte dell’abitato e tutte le fabbriche sono a ovest del Naviglio e quindi per raggiungere la Superstrada le auto dovranno comunque attraversare il Ponte. Inoltre, probabilmente, la maggior parte del traffico in transito da Abbiategrasso verso Magenta (e viceversa) non andrà di certo fino agli svincoli di Albairate e Magenta per entrare nella Superstrada poiché il tragitto da percorrere aumenterebbe di molto. Così come avverrà per Cassinetta che non ha nel suo territorio svincoli di ingresso. E di conseguenza il traffico continuerà a passare nel centro di Robecco.
Per quanto riguarda Abbiategrasso, una nuova “Strada/Circonvallazione” lontanissima dall’abitato condannerà l’enorme area interclusa, ora agricola, a una futura urbanizzazione. Senza contare l’enorme danno ambientale dovuto al lunghissimo nuovo ponte – di circa 600 metri – per scavalcare il Naviglio Grande e i nuovi ponti nelle bellissime aree del Naviglio di Bereguardo e Ticinello. I problemi di collegamento del quartiere Ertos alla città potrebbero essere facilmente risolti dalla costruzione di un sottopasso, mentre l’abolizione dei semafori sostituiti da grandi rotonde di tipo europeo renderebbero sicuramente più scorrevole il traffico sulla via Dante.
Leggiamo poi sulla stampa locale che il sindaco di Magenta vorrebbe analizzare il nuovo Progetto prima di esprimersi. Ci permettiamo di dirgli che così come concepito non migliorerà affatto la vita ai cittadini di Pontenuovo e sicuramente peggiorerà quella dei cittadini di Boffalora. Inoltre la nuova Superstrada incoraggerà la parte del traffico in uscita dalla Milano -Torino che deve andare verso sud, a transitare invece sulla nuova arteria peggiorando il traffico di tutta la zona del Magentino.
Vorremmo anche ricordare al signor Lazzaroni e a coloro che ancora non lo sanno, che questo stralcio non prevede la tratta verso Milano ma va dall’incompiuto Ponte sul Ticino di Vigevano alle porte di Magenta. Il sindaco di Abbiategrasso in più di un’occasione e come da programma elettorale ha sempre dichiarato fondamentale migliorare il transito verso Milano. Ci auguriamo che dalla coerenza delle idee si passi ad una presa d’atto di una scomoda realtà.
Tutte le amministrazioni coinvolte nel progetto non dovrebbero mai dimenticare che fanno parte di un territorio più ampio che va al di là dei confini comunali e che per risolvere problemi di viabilità locale (che potrebbero avere soluzioni alternative più fattibili e meno dispendiose), condannano per contro il comune di Cassinetta a perdere una buona fetta del suo territorio agricolo ed il comune di Albairate su cui insiste il 30% dell’infrastruttura, a sopportare il maggior danno.
Infine, a tutti coloro che non volevano esprimersi, in attesa di miracolistiche migliorie dal “nuovo” Progetto, umilmente ripetiamo che il Progetto è sempre sottoposto alle norme della Legge Obiettivo e quindi non è modificabile se non in maniera irrilevante e che con la tecnica dello struzzo finora praticata si metteranno completamente nelle mani di ANAS che, come è ben noto, costruisce Autostrade e Superstrade.
Una nuova Infrastruttura rischia inoltre di convogliare in quest’area flussi di traffico ad oggi non presenti, che potrebbero portare ad un intasamento ulteriore sia della Vigevanese verso Milano ma soprattutto sulla 114 in direzione Baggio. Non solo: la superstrada a scorrimento veloce che finirà nell’attuale ss 526 creerà rallentamenti e code nello svincolo tra Robecco e Magenta, intasando il traffico su quella che diventerà l’unica strada percorribile.
Il Tavolo di Lavoro che si è costituito in questi mesi -raggruppante tutte le associazioni sindacali degli agricoltori, associazioni ambientaliste, Comitati, movimenti e forze politiche – ha tra gli obiettivi quello della ricerca di una soluzione condivisa per risolvere i problemi di mobilità della zona. Questo però potrà essere perseguito solamente a condizione di una cancellazione definitiva del Progetto ANAS che finora ha oggettivamente impedito di pensare ad alternative diverse, meno impattanti, ma soprattutto meno costose per la collettività.
Visto che in questi giorni, al ricevimento del “nuovo” Progetto ed avendo preso visione del contenuto dello stesso , molti Sindaci hanno espresso la loro insoddisfazione, chiediamo che alle parole facciano seguito i fatti e che esprimano con delibera ufficiale la contrarietà dei loro Comuni a quest’opera.
Questo territorio fino ad ora si è miracolosamente preservato, anche grazie all’esistenza dei due parchi – il Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano – ovvero la “mezzaluna fertile” intorno alla Grande Milano. È questo il Territorio, che attualmente aiuta a “Nutrire il Pianeta” ma che, una volta pesantemente modificato, non sarà più in grado di nutrirlo, sia per il consumo di suolo agricolo sia per il danno alle reti irrigue che fin dal Medioevo hanno fatto la ricchezza della nostra zona.
Gli aderenti al Tavolo di Lavoro No Tangenziale