TANGENZIALE ANAS – ESPOSTO ALL’UNESCO DI CAMBIAMO ABBIATEGRASSO PER DIFENDERE IL PARCO DEL TICINO FERMARE IL PROGETTO CHE SARA’ PIETRA TOMBALE DEL TERRITORIO E DELLA RISERVA DELLA BIOSFERA UNESCO MAB
Cambiamo Abbiategrasso ha depositato un secondo esposto all’Unesco, sia a Roma che a Parigi, per chiedere l’intervento dell’organismo delle Nazioni Unite in difesa del “Parco del Ticino Riserva della Biosfera” dallo scellerato progetto tangenziale Vigevano-Malpensa, oggi all’esame del CIPE.
Il primo esposto, depositato nel febbraio del 2003 da Domenico Finiguerra in qualità di sindaco di Cassinetta di Lugagnano, cui erano seguite decine di ulteriori segnalazioni da parte dei cittadini e dei comitati, avevano comportato un intervento molto deciso della Commissione Nazionale Italiana Unesco che avvertiva di possibili conseguenze sul mantenimento del Parco del Ticino nella rete internazionale MAB delle riserve della biosfera in caso di minaccia per la biodiversità.
Infatti, nella nota del 3 aprile 2003 a firma del Prof. Giovanni Puglisi, all’epoca Segretario Generale ed oggi Presidente della Commissione Nazionale Italiana Unesco, si affermava che «L’acquisizione di un Parco Naturale nella Lista delle riserve della Biosfera volute dall’UNESCO comporta l’accettazione del suo programma nella sua integralità, nonché dei vincoli paesaggistici ed urbanistici tesi al mantenimento e alla salvaguardia dell’ecosistema, il cui valore è riconosciuto dal consesso internazionale».
La Commissione UNESCO avvertiva anche che «qualora sussistessero chiari ed incontrovertibili argomenti probatori circa un’alterazione dell’equilibrio naturale del Parco del Ticino, si troverebbe nella inevitabile necessità di avviare le procedure per l’immediata sospensione di suddetto Parco dalla Lista delle Riserve della Biosfera».
Parole chiarissime che però sono rimaste ignorate, con grave responsabilità di chi avrebbe dovuto fermare l’iter di approvazione del progetto.
«Oggi, alla vigilia dell’approvazione definitiva del progetto da parte del CIPE, abbiamo deciso di riattivare dopo 12 anni quell’esposto del 2003 segnalando all’UNESCO che il territorio attraversato dall’infrastruttura ANAS è parte importante di uno dei quattro grandi ambiti paesaggistici che racchiudono un mosaico ricco di ambienti diversi e di biodiversità floristica e faunistica della Riserva della Biosfera Valle del Ticino sottoposta alla sua tutela» afferma Domenico Finiguerra.
«Questa pianura irrigua, ove domina l’agricoltura produttiva, con prati stabili, risaie e vie d’acqua che testimoniano il secolare lavoro dell’uomo in questo ricco territorio, è fondamentale per tutta la valle fluviale del Ticino, che dal punto di vista ecologico e biogeografico, è un lungo corridoio naturale che attraversa la Pianura Padana e unisce i due sistemi montuosi delle Alpi e dell’Appennino. Tutto questo sarà seriamente compromesso, anche dall’incombere del progetto più complessivo di cui questa tangenziale è solo uno dei tasselli: la TOEM (Tangenziale Ovest Esterna Milanese), ovvero la pietra tombale sulla Valle del Ticino e sul Parco Agricolo Sud Milano».
Le ricadute negative del progetto ANAS che minacciano gli elementi essenziali che fanno del Parco del Ticino una riserva della biosfera sono evidenti ed incontrovertibili: verranno interrotte importanti connessioni ecologiche costituendo una rilevante barriera ecosistemica ed un gravissimo elemento di frammentazione del territorio che comporterà la difficile accessibilità da parte della fauna ed impedirà il normale passaggio anche della flora tra territori diversi ma oggi connessi tra loro; verrà compromessa l’attività agricola che contribuisce in modo fondamentale al mantenimento delle finalità di tutela ambientale perseguite dal programma MAB e al mantenimento della continuità degli habitat naturali; vi sarà un incremento esponenziale del traffico veicolare che sarà scaricato dal primo anello tangenziale sul territorio del Parco del Ticino e che sarà responsabile di un incremento delle emissioni di inquinanti e della diffusione di sostanze che causeranno il degrado delle qualità agronomiche dei suoli, nonché la contaminazione delle colture e dei prodotti; il reticolo irriguo, opera di antica e delicata ingegneria idraulica, alimentato dal Naviglio Grande e dal sistema di fontanili e risorgive (che oltre a rappresentare elemento costituivo dell’unità di paesaggio, svolge una funzione fondamentale nel mantenimento di delicati equilibri di habitat naturali ove la biodiversità trova tutela), subirà molteplici e gravi interferenze che porteranno a progressiva perdita di biodiversità; infine, aumenterà inevitabilmente la pressione insediativa (urbanizzazione) ed il conseguente effetto sprawl legato all’incremento dell’accessibilità.
In definitiva, si sta costruendo il patibolo dove giustiziare quel che abbiamo di più prezioso: il nostro parco e la sua biodiversità fondamentale per la sopravvivenza di tutte le forme viventi, genere umano compreso; la terra da coltivare; la bellezza di un paesaggio irripetibile.
Ma i cittadini e i movimenti del Parco del Ticino li fermeranno.
Cambiamo Abbiategrasso
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