Ancora oggi non si riesce a capire come sia stato possibile autorizzare l’eco-mostro
6 FEBBRAIO 2016
di Erika Innocenti
Libera Stampa Alto Milanese
VITTUONE (MILANO) – Caso emblematico quello di Vittuone. Una centrale biogas che nessuno vuole e un mistero sui permessi che l’azienda ha avuto per poter installare il suo impianto. Sì, perché la centrale in questione è stata aperta all’interno del Parco Agricolo Sud Milano. Com’è possibile? È proprio quello che si chiedono i cittadini della zona. I dubbi sulla sicurezza e sulla legittimità di tale struttura sorgono già nel 2009. In quell’anno, la società ‘La Castellana di Franco Crivelli e Figli’ richiede al Comune di Vittuone, alla Provincia e al Parco Agricolo di poter installare una centrale biogas in territorio vittuonese e all’interno del parco dei fontanili. L’azienda ha già una piccola centrale a Corbetta. Fin qui nessun problema, ma le analisi dimostrano che la famiglia già fatica ad alimentare il primo impianto con il liquame dei maiali di loro proprietà. Come farebbe a sostenere questa seconda struttura di più grandi dimensioni? Da dove arriverebbero i reflui e tutti le sostanze per alimentarla? Sicuramente non dal territorio locale, come invece dovrebbe essere se si volessero seguire le norme per le centrali biogas. Perquesti motivi sia il Comune di Vittuone, sia la Provincia sia il Parco Agricolo danno parere negativo per l’apertura di questa seconda centrale più grossa. Ma la società di Crivelli torna all’attacco l’anno successivo, agli inizi del 2010. Nuovamente il loro progetto viene bocciato. Ecco però che accade l’incredibile. Il 15 marzo 2010 la Provincia di Milano dà parere favorevole, nonostante le continue opposizioni dello stesso Comune di Vittuone, parere che, a rigor di logica, avrebbe dovuto essere tenuto in considerazione, visto che sarà il suo territorio a essere interessato all’apertura della centrale. Quindi, improvvisamente e senza una reale e chiara motivazione su questo cambio di rotta, la centrale viene aperta. Una centrale che produce biogas per 4 milioni di metri cubi l’anno. Non certo poco. I problemi però non sono finiti qui. Chi controlla che i nitrati prodotti dalla centrale non siano di quantità superiore ai livelli consentiti e che quindi non inquinino il sottosuolo e la falda acquifera dei fontanili del Parco Agricolo? Nel regolamento della società si legge “autocontrollo”. Questo dice tutto. Abbiamo così pensato di fare una richiesta agli atti in Comune per avere tutti i documenti sui permessi per l’apertura della centrale. Ci siamo sentiti rispondere che il privato ha vietato all’amministrazione di mostrare gli atti. Bene. Allora abbiamo fatto richiesta in Provincia; lì il materiale domandato non può venirci negato. Eppure stiamo ancora aspettando, dopo più di un mese.