Lettera pubblicata su Ordine e Libertà del 25 luglio 2014
Sea ha ritirato il Master Plan e il progetto terza pista di Malpensa con annessa richiesta di ampliamento dell’aeroporto e realizzazione di Cargo City. Una notizia che potrebbe essere la classica pietra tombale sul progetto di Tangenziale Anas che da 13 anni minaccia il territorio del Parco del Ticino e del Parco Sud.
Infatti, considerato che l’accessibilità all’hub aeroportuale (che evidentemente non sarà più tale) era l’obiettivo da raggiungere con i soldi messi a disposizione dalle casse pubbliche, il semplice buon senso dovrebbe obbligare al ritiro dei progetti di infrastrutture che erano stati inseriti nella legge obiettivo nel 2001.
Ricorsi, petizioni, assemblee e manifestazioni dei Comitati No Tangenziale e dei comuni di Cassinetta di Lugagnano, Albairate e Cisliano finora hanno fatto da argine, messo zeppe e paletti. Unesco e Sopraintendenza, attivati da esposti di sindaci e cittadini hanno rallentato l’iter. Ora, il tramonto di Malpensa potrebbe essere l’epilogo di questa tentata aggressione. Ma il partito del cemento non mollerà l’osso tanto facilmente.
Il Comitato Si Tangenziale, i suoi imprenditori, i suoi ex sindaci, i suoi ex assessori, si agiteranno ancora parecchio. Cercheranno di portare avanti il progetto comunque. Perché il disegno dell’anello esterno della tangenziale di Milano non è ancora sconfitto. Un progetto che, mentre non destina un euro alla sistemazione della Milano-Baggio, lasciando i pendolari a imprecare in coda ai semafori, scaricherà sul nostro territorio il traffico delle tangenziali attuali.
Occorre riprendere e mantenere la mobilitazione, portare il dibattito nei consigli comunali e in assemblee con i cittadini.
Cambiamo Abbiategrasso