Si firmano “I Comitati Notangenziale del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano”. Citano, per cominciare, un passaggio scritto da Carlin Petrini, presidentissimo di Slow Food, in un libro uscito pochi giorni fa: «A quale conflitto, ancor più aspro di quelli in corso, condurrà l’avere indicato ai disperati di oggi il miraggio dell’edilizia a scapito del paesaggio come promessa di felicità, mentre i lungimiranti amministratori e funzionari rimasti cercheranno con ogni modo di proteggere bellezza e natura, sentendosi appellare come gufi o vedendosi additati alla pubblica gogna?». Il saggio di Carlin Petrini si intitola “Un’altra idea di sviluppo” e rientra nel libro dal titolo “Rottama Italia. Perchè il Decreto Sblocca-Italia è una minaccia per la democrazia e per il nostro futuro”.
Partendo da questo concetto, i citati Comitati scrivono una nuova lettera aperta ai vertici nazionali di Slow Food. Per “denunciare” una situazione per loro intollerabile che riguarda la Condotta di Abbiategrasso. Quella, per intenderci, il cui fiduciario è in questo momento l’ex sindaco di Abbiategrasso e attuale consigliere di maggioranza Arcangelo Ceretti e nella quale figura, come socio, il suo fido amico ed ex assessore Adolfo Lazzaroni.
“Attenti a quei due!”, sembrano ribadire i Notangenziale del territorio. Infatti spiegano: «Sono passate tre settimane da quando abbiamo inviato la nostra prima lettera aperta proprio a Petrini e ai vertici di Slow Food Italia con l’obiettivo di segnalare la situazione, a dir poco paradossale, che si è venuta a creare ad Abbiategrasso per via della posizione di Arcangelo Ceretti e del suo storico collaboratore Adolfo Lazzaroni, i quali, favorevoli ieri come oggi a tutta una serie di opere, quali inceneritori e centri commerciali, si sono più volte espressi a favore del progetto di Superstrada che andrebbe a stravolgere per sempre le caratteristiche del nostro paesaggio. Lo hanno fatto in svariate occasioni. Come quando Lazzaroni è salito sul palco quale portavoce ufficiale del Comitato Pro Tangenziale, in occasione del recente dibattito sulla Superstrada organizzato dal settimanale “Ordine e Libertà”».
Insomma, la carica ufficiale di Ceretti e le iniziative pubbliche di Lazzaroni costituiscono per i Notangenziale elementi gravi ed in netta contraddizione con la loro adesione a Slow Food. Infatti proseguono sostenendo che «quello che non può passare inosservato è che Ceretti e Lazzaroni non si esprimono in qualità di privati cittadini a cui viene chiesta un’opinione, ma si esprimono pubblicamente in qualità di membri del Comitato promotore di iniziative a favore della Tangenziale (Comitato del Sì o Comitato Abbiatense Pro Strada), in palese e spregiudicata contraddizione con quei valori del vostro Statuto, che essi dovrebbero rappresentare e promuovere a livello locale».
Gli autori della lettera fanno presente di avere già espresso tutto il proprio dissenso in un precedente e recente scritto ai vertici di Slow Food e si rammaricano dell’atteggiamento che ne è conseguito da parte della Condotta locale di Abbiategrasso-Magenta: «Dopo la pubblicazione della nostra prima lettera sulla stampa locale sono accadute diverse cose. Il Direttivo della Condotta locale ha reagito difendendo a spada tratta la posizione di Ceretti e glissando sul merito, sostenendo che non “compete” loro prendere posizioni in tema di viabilità e grandi opere. Questa tesi, in realtà, è facilmente confutabile, se si pensa che Slow Food Lombardia ha sottoscritto l’appello “Fermiamo i signori delle autostrade, prima che asfaltino anche noi!” e ha pubblicamente preso posizione contro la Tangenziale Est Esterna di Milano nel 2012».
Ribadiscono dunque, i Notangenziale, l’intollerabilità della contraddizione tra i principi del Movimento Slow Food e i comportamenti conseguenti ad opinioni per loro in conflitto con essi dei due suoi illustri rappresentanti locali: «Ai nostri occhi le contraddizioni causate dall’azione di Ceretti sono palesi. Lo Statuto di Slowfood dice cose ben diverse, così come sono “diverse” le parole che abbiamo trovato e qui riportato dal più recente saggio di Petrini. Non si può essere responsabili locali di un’organizzazione che nel mondo promuove il buon vivere, la tutela delle risorse naturali e del paesaggio e, allo stesso tempo, essere tra i promotori di un Comitato Pro Superstrada».
Ricordano infatti che un altro storico membro della Condotta Slow Food Abbiategrasso-Magenta, assente in occasione della risposta alla loro prima lettera, ha invece rassegnato le dimissioni la scorsa settimana, come anche da noi pubblicato e ribadito sul nostro giornale “Ordine e Libertà”: «Pietro Spadaro – storico membro della Condotta di Abbiategrasso e Magenta – si è dimesso, con una presa di posizione decisa e pubblica, perché in totale disaccordo con Ceretti e con la posizione ufficialmente espressa dal Direttivo in risposta al nostro intervento». E concludono, ribadendo la propria volontà di dare battaglia su questo fronte: «Per queste ragioni, torniamo a sollecitare i vertici di Slow Food affinché prendano una posizione in merito. Un ulteriore silenzio potrebbe essere facilmente scambiato per complicità con questa assurda situazione. Rinnoviamo a Carlin Petrini e a tutti vertici di Slow Food l’invito a partecipare al dibattito pubblico che vorremmo organizzare qui ad Abbiategrasso sulle conseguenze del Progetto di Sea/Anas per il futuro di questo territorio».
Da ultimo, ribadiscono l’esplicita richiesta a Slow Food perché intervenga o a rimuovere il fiduciario ed il suo amico e socio allineati su posizioni “cementificatrici”, oppure forse a convincerli a cambiare opinione circa il progetto di Superstrada Anas-Sea-Regione Lombardia: «Temi importantissimi quali la lotta al consumo di suolo, la tutela del paesaggio, la valorizzazione dell’agricoltura sostenibile e la centralità della sovranità alimentare non possono in alcun modo essere rappresentati localmente da persone che ne minimizzano e banalizzano la portata riducendo il tutto all’aspetto, pur importante, legato alle eccellenze agroalimentari. Il vostro movimento ha sempre cercato di coniugare il “diritto al piacere del cibo” con l’impegno per una nuova agricoltura e con il lavoro culturale per una diversa idea di qualità, senza mai perdere di vista la complessità del mondo. Se “gastronomia” è buona produzione e trasformazione, buon commercio e consumo, come può essa convivere con un’opera inutile, che affossa i tentativi di buone e nuove pratiche agricole, che consuma suolo, che ferisce mortalmente l’ultimo paesaggio agricolo del milanese?».
Così si conclude la seconda lettera dei Notangenziale ai responsabili di Slow Food. E poiché è comunque difficile immaginare che possa avvenire un’improvvisa conversione di Ceretti&Lazzaroni sulla via di Malpensa, non resta che attenere un eventuale pronunciamento dei vertici nazionali di Slow Food, nonché un’assai più probabile presa di posizione della Condotta locale o forse, perché no, una risposta immediata dei due diretti interessati.
Autore: Marco Aziani
Fonte: www.bianews.it
(15 ottobre 2014)