+ 49%: questo l’aumento di costi della superstrada Ozzero/Magenta che passa da 220 a 328 milioni di euro
Nella prima seduta della conferenza dei servizi sul vecchissimo progetto della superstrada Ozzero/Magenta, il commissario straordinario dell’ANAS ha comunicato l’esorbitante aumento dei costi (+108 milioni!) per un’opera che era già costosa e sbagliata 22 anni fa, quando fu pensata, e che oggi è ancora più inutile e dannosa.
Per contro, il commissario non ha risposto alle numerose contestazioni tecniche sia generali che puntuali presentate da Città Metropolitana di Milano, Comuni di Cassinetta di Lugagnano, Albairate e Boffalora, Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano, enti che hanno così espresso il loro NO deciso.
ANAS non ha preso in alcuna considerazione le proposte tecniche alternative presentate ufficialmente da un larghissimo fronte di Enti Pubblici, associazioni agricole di categoria, associazioni ambientaliste e Comitati di cittadini che da sempre chiedono il raddoppio della linea ferroviaria (Milano-Mortara) e la riqualificazione delle strade esistenti per risolvere i numerosi problemi di viabilità locale.
Nel progetto, così come nella Conferenza, non sono stati per nulla affrontati i problemi degli ingorghi nelle ore di punta verso Milano.
Come sempre, chi invece sostiene il progetto ANAS ha guardato il proprio orticello sperando che gli porti consenso elettorale senza preoccuparsi della reale utilità di questo intervento sia a scala locale sia sovracomunale, e senza preoccuparsi degli impatti ambientali che ricadranno sicuramente su tutto il territorio. Il progetto di superstrada Ozzero/Magenta ha subito in quest’ultimo mese una forte accelerazione.
ANAS ha inviato il 7 dicembre la lista degli espropri ai comuni del tracciato, con richiesta di osservazioni degli espropriati entro il 6 gennaio.
In seguito, il 23 dicembre è arrivato l’invito ai comuni per intervenire alla Conferenza dei Servizi fissata per il 18 gennaio.
I Comuni e gli enti di interesse dovevano fare le osservazioni sull’ormai anzianissimo progetto entro il 5 gennaio 2023.
I giorni lavorativi per gli uffici dei comuni e degli enti si potevano contare sulle dita di una mano, tanto da fare venire il sospetto che la data e la scadenza fossero stati scelti appositamente per non ricevere alcuna osservazione.
Di fatto le osservazioni sono state numerose e puntuali anche da parte dei cittadini ed espropriati.
Osservazioni tecniche e dettagliatamente documentate sono state invece presentate dai Sindaci di Cassinetta e di Albairate, dalla Vicesindaca della città metropolitana, dal Presidente del Parco Agricolo Sud Milano, dalla Presidente del Parco del Ticino e, contrarietà all’opera per quanto riguarda la variante di Ponte Nuovo, anche dalla Sindaca di Boffalora.
Ed eccoci qui, sentinelle vigili del territorio a raccogliere e difendere le istanze dei cittadini abitanti dei Parchi del Ticino e Agricolo Sud Milano, da ventuno anni dediti ad informare sui cambiamenti drastici che il Progetto Anas arrecherà al territorio, ultimo polmone verde della fascia periurbana a sud di Milano, ma anche alla vita e al futuro dei suoi abitanti.
C’eravamo anche noi seduti nelle comode poltrone della Sala Biagi nella sede della Regione Lombardia. Ogni Sindaco o rappresentante di Ente aveva diritto a farsi accompagnare da tre invitati, in qualità di uditori, e siamo stati felici di vedere che anche la nostra presenza avesse significato, così come quella di qualche agricoltore e delle associazioni sindacali di categoria Coldiretti, Cia e Confagricoltura.
C’eravamo al presidio davanti al Palazzo Lombardia con tanti compagni di strada, l’associazione Parco Sud Milano, Legambiente Terre di Parchi, il WWF, cittadini e agricoltori di Ozzero, Cassinetta, Robecco, Albairate, Abbiategrasso, Magenta e Boffalora.
E abbiamo assistito al solito teatrino della politica.
Mentre i soggetti contrari, più precisamente i comuni di Albairate, Cassinetta e Boffalora, la Città Metropolitana, il Parco del Ticino e il Parco Agricolo Sud motivavano tecnicamente e in maniera puntuale il loro dissenso, i sindaci del “SI”, giustificavano in modo fantasioso il loro assenso.
1 – Del Gobbo, sindaco di Magenta, nel cui territorio passano la ferrovia, la statale 11 e la vicinissima autostrada Milano/Torino, sproloquiava sulla mancanza di infrastrutture stradali e faceva notare, quale esempio, che un cittadino di Abbiategrasso per andare al Pronto Soccorso di Magenta deve percorrere strade inadeguate, omettendo di riferire che il P.S. di Abbiategrasso è chiuso per volontà della Regione senza che lui, fino a ieri consigliere regionale, battesse ciglio.
2 – La sindaca Barni di Robecco lamentava il grande traffico che passa nel centro del suo comune e transita sull’unico, antico ponte sul naviglio (vero), dimenticando però che innumerevoli volte le sono pervenute proposte di fare una nuova circonvallazione a Robecco e che lei e la sua amministrazione hanno sempre rifiutato. Ancora non si è resa conto che il suo ponte traballante continuerà ad essere attraversato da chi certo non prenderà la superstrada per fare qualche chilometro. Non ha mai pensato alle strade poderali interrotte o agli agricoltori che dovranno fare chilometri per accedere alle loro campagne; sarà “un piccolo sacrificio” ha detto, perché in fondo lei non ha mai mostrato ai suoi cittadini l’intero percorso, solo il suo piccolo pezzettino… seppur compreso nella riserva del Parco del Ticino, riserva della biosfera per l’Unesco.
3 – il sindaco Nai, di Abbiategrasso, ha lamentato la carenza di infrastrutture portando ad esempio il suo precedente lavoro alla Fondazione per Leggere in cui afferma che per portare i libri da una biblioteca all’altra del territorio ci voleva un sacco di tempo. Esempio: prima della realizzazione della tratta Malpensa/Boffalora per portare i libri si impiegavano sei ore, adesso invece solo due: no comment !
4 – il sindaco di Ozzero, Villani, ha affermato coraggiosamente… che a causa della mancanza di infrastrutture stradali giacciono ora sul suo territorio capannoni abbandonati e fatiscenti e aziende chiuse. Forse il sindaco non è ben aggiornato sul fatto che la globalizzazione ha spostato da tempo alcune produzioni industriali italiane (non solo di Ozzero o Abbiategrasso) in luoghi del mondo dove il costo della manodopera è più conveniente; che la crisi economica ha portato ad una riduzione dei consumi (e quindi di produzione); che i proprietari dei capannoni e delle ditte in oggetto hanno magari spostato la loro ricerca di guadagni dal settore manifatturiero a quello finanziario- speculativo.
Tutti quanti questi personaggi hanno bellamente ignorato la vocazione agricola del nostro territorio, i cambiamenti climatici in corso, nonché l’enorme pericolo di intervenire pesantemente sul reticolo idrico, i fontanili, le risorgive, le rogge, in un periodo in cui la mancanza d’acqua si è evidenziata in maniera drammatica.
E’ stato penoso assistere al balbettio vecchio stile di queste persone che non hanno fatto osservazioni puntuali ma solo affermazioni adatte a una quarantina di anni fa quando, purtroppo, lo sviluppo coincideva tristemente con il consumo di suolo.
I sostenitori del progetto, in obbedienza ai loro referenti politici e a un concetto malato di sviluppo, sanno solo affermare: “questa strada s’ha da fare”. Comunque e a qualsiasi costo.
Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano