Macché tangenziale!
Lettera pubblicata su “Ordine e Libertà” del 9 maggio 2014
Ho letto di comitati per il Sì alla tangenziale, di commercianti che giubilano all’idea che una tangenziale possa rilanciare il commercio locale, candidati e amministratori che si riempiono la bocca di Sì alla tangenziale come se fosse la panacea di tutti i mali, sindaci di parte (politica!) e non (mero interesse locale!) che si eleggono paladini di un progetto che mi sembra nessuno realmente conosca. Un progetto che prevedeva in origine il collegamento della Tangenziale Ovest di Milano a Malpensa, quando l’aeroporto avrebbe dovuto diventare un hub internazionale. Un progetto fermato grazie alle firme (almeno 14mila!) di cittadini che non volevano creare l’ennesima frattura in un territorio, quello dell’hinterland milanese, già martoriato dal cemento, sotto forma non solo di strade, ma di palazzi e centri commerciali che intorno a queste strade ad alta velocità (?) vengono realizzati. Un progetto da almeno 440 milioni di euro (!) fermato anche dal fatto che avrebbe attraversato un Parco, quello del Ticino, dichiarato patrimonio dell’umanità e della Biosfera dall’Unesco. Oggi ci troviamo invece a doverci scontrare di nuovo con un progetto modificato negli anni passati, che dovrebbe collegare non più Milano a Malpensa, ma adesso Vigevano a Malpensa, un aeroporto che sopravvive solo grazie a qualche compagnia aerea low cost. Ma di quale traffico verso Malpensa stiamo parlando? Avete visto quanto è vuota la Magenta-Malpensa? Non sarebbe molto più utile snellire il traffico da Vigevano a Milano? Sono d’accordo: allarghiamo ed efficentiamo il tratto esistente, snelliamo il traffico intorno ad Abbiategrasso verso Milano, sistemando magari la tratta esistente, eliminando qualche semaforo e aggiungendo qualche rotatoria in più, ma soprattutto riprendendo in mano il progetto abbandonato della nuova stazione di Abbiategrasso, funzionale al raddoppio della linea ferroviaria. La ferrovia, questo sì che è un progetto degno di mobilitare le folle e le amministrazioni di Abbiategrasso e Vigevano. Di quale rilancio economico stiamo trattando? Una tangenziale, oltre a creare una frattura nel territorio, crea nuove costruzioni (la città di Milano che avanza fagocitando tutti i nostri paesi e le nostre campagne) ma soprattutto nuovi centri commerciali: cari commercianti abbiatensi e non, fatevi un giro a Vittuone e chiedete a tutti i piccoli commercianti che hanno dovuto chiudere “grazie” al centro commerciale che è stato costruito quali vantaggi hanno avuto da tutto ciò. Con quali soldi, visto che il budget si è già dimezzato a 220 milioni di euro? Attendiamo con ansia di vedere la nuova proposta su cui Sea sta lavorando per rendere il progetto realizzabile col budget ridotto, ma il rischio è che l’opera venga realizzata al “risparmio”, sacrificando qualsiasi armonizzazione e mitigazione per il territorio circostante. I soldi pubblici devono essere spesi per rendere sicure e percorribili le nostre strade, per realizzare rotatorie, costruire le circonvallazioni dove servono, frenare la domanda di trasporto privato e favorire quello pubblico, rendendolo competitivo, investendo magari nel raddoppio del tratto ferroviario Abbiategrasso-Vigevano-Mortara, collegando i nostri paesi tramite bus alle stazioni. Prima di firmare per un Sì alla tangenziale, guardate il devastante progetto e chiedetevi se non può essere migliorato. Il sottoscritto e la nostra amministrazione saranno sempre per un No, non per partito preso, ma un No costruttivo, che cerca e propone alternative valide che ci sono e che proporremo nelle corrette sedi. Se l’intenzione della Regione è quella di passare sopra al diritto e alla testa dei cittadini, troveranno la stessa opposizione che per più di 10 anni ha fermato il progetto.
Michele Bona
Vicesindaco di Cassinetta di Lugagnano