La mancata manutenzione degli argini del Canale Scolmatore di Nord-ovest alla confluenza col Ticino, sta sottoponendo a rischio gravissimo tutto l’ambiente a valle del Canale: persone, boschi e colture.
La Gabana così è destinata a scomparire in breve tempo.
Nulla è stato fatto nemmeno dopo la recente piena di Novembre/Dicembre 2014 che ha creato un disastro annunciato e prevedibile. Sono stati asportati ettari di pregiata foresta (querce), inondando boschi di fanghiglia, di rifiuti di ogni genere: complessivamente sono stati inondati più di 100 ettari, di cui 5 ettari sono andati perduti per sempre.
Si rischia l’evacuazione degli abitanti dalle loro terre.
Sappiamo che la situazione di grave pericolo è già stata più volte segnalata dai residenti, dalle GEV, dal Comitato Salvaguardia del Ticino – Gruppo pesca, a tutti gli Enti competenti (inclusi Parco del Ticino e Comune di Abbiategrasso), anche per quanto attiene lo scarico di rifiuti.
Sono state raccolte più di trecento firme con una prima petizione e, grazie a questa, sappiamo che l’Amministrazione comunale ha già provveduto a inoltrare una richiesta di intervento.
Questa nuova petizione si prefigge di accelerare i tempi.
La prossima inevitabile piena significherà probabilmente:
1) la scomparsa di tutti i boschi tra il Canale Scolmatore e la Darsena di Abbiategrasso
2) la distruzione di tutto l’ecosistema che sarà ridotto a greto disseminato di immondizia
3) la perdita di una località storica, censita come tale dai Beni Culturali della Provincia di Milano (Ca’di Biss, vecchio dazio, mai allagata negli ultimi 300 anni) e altri luoghi abitati (Cascina Cislaghi, Darsena) con rischio per le persone stesse
4) la riduzione della Gabana a piccola isola al centro del fiume.
Un fatto mai accaduto ad Abbiategrasso.
Con la presente i cittadini abbiatensi, consapevoli del valore inestimabile del fiume Ticino e dei boschi che lo circondano, richiedono a tutte le autorità responsabili:
– di procedere con la massima urgenza e sollecitudine ad interventi in emergenza;
– assicurare la riparazione e/o ricostruzione di protezioni e argini necessari a mettere in sicurezza persone, abitazioni, boschi e corsi d’acqua
– assicurare l’intervento delle altre autorità competenti, onde evitare di rendersi responsabili di procurato disastro.
I cittadini e le associazioni firmatarie chiedono inoltre di essere costantemente informati e resi partecipi riguardo a tutte le iniziative intraprese e della loro tempistiche, attraverso la Consulta Ecologica.