Abbiategrasso, 22 febbraio 2023
All’attenzione dell’Onorevole Dolores Montserrat
Presidente della Commissione per le petizioni del Parlamento europeo (PETI)
Oggetto: Petizione n. 0090/2017 dei Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano per la cancellazione del progetto denominato “Collegamento tra la S.S. 11 “Padana Superiore” a Magenta e la Tangenziale Ovest di Milano – Variante di Abbiategrasso sulla S.S.n.494 e adeguamento in sede del tratto Abbiategrasso Vigevano fino al nuovo ponte sul Ticino 1° Stralcio Funzionale” – Aggiornamento
Gentile Presidente Montserrat,
desideriamo innanzitutto ringraziarla per l’attenzione prestata alla nostra petizione e per il seguito dato sinora dal Segretariato della Commissione PETI, in particolare nel farci pervenire le comunicazioni della Commissione europea.
Facciamo seguito alla nostra ultima lettera del 26/01/2022, mediante la quale l’avevamo messa al corrente degli ultimi sviluppi relativi al progetto di Superstrada e in particolare sui due ricorsi amministrativi che oltre 70 cittadini hanno depositato congiuntamente ai comuni di Albairate e Cassinetta di Lugagnano presso i Tribunali Amministrativi Regionali del Lazio e della Lombardia.
Il primo ricorso è stato presentato il 31 ottobre 2021 al fine di chiedere l’annullamento proprio del DCPM del 5 agosto 2021, nella parte relativa alla nomina di un Commissario straordinario per il ‘Collegamento Vigevano accesso a Malpensa’.
Avevamo ritenuto opportuno evidenziare, anche ai fini di un eventuale approfondimento da parte della Commissione europea, come ad una prima lettura tale disposizione appaia in contrasto con normativa europea relativa alle autorizzazioni ambientali (in particolare la Direttiva VIA). Nella lettera sopracitata del 26/01/2022 avevamo riferito i motivi per i quali stiamo contrastando l’atto di nomina del Commissario Straordinario.
Oltre a questi motivi, che auspichiamo possano essere adeguatamente esaminati anche dalla Commissione europea, ci siamo rivolti alla giustizia amministrativa contestando il fatto che per il ‘Collegamento Vigevano accesso a Malpensa’, la nomina di Commissario straordinario sia ricaduta sull’Ing. Eutimio Muccilli, dirigente di ANAS S.p.a. e quindi espressione stessa del proponente del progetto. La nomina in questione genera una
situazione di palese conflitto di interesse, poiché ruota intorno alla circostanza che il Commissario nominato è stabilmente inquadrato presso ANAS, vale a dire presso il soggetto che trarrà vantaggio dalla realizzazione dell’opera, di cui è anche dipendente.
Come già riferitole nella lettera del 26/01/2022, il secondo ricorso depositato il 10 dicembre 2021 dai Comuni di Albairate, Cassinetta di Lugagnano, insieme a un gruppo di settantatré cittadini e a due associazioni ambientaliste, presso il TAR della Lombardia, lo stesso tribunale che in precedenza aveva evidenziato irregolarità in materia di VIA (mediante la sentenza del 30 gennaio 2020).
Questo secondo ricorso aveva lo scopo di chiedere: 1) l’annullamento del decreto direttoriale n. 387 del 12 ottobre 2021 del Ministero della transizione ecologica, recante l’ottemperanza del progetto definitivo alle prescrizioni di cui alla delibera del CIPE n. 8 del 2008, e 2) l’annullamento del parere n. 339 del 20 settembre 2021, reso dalla Commissione Tecnica di Verifica di Impatto Ambientale (CT-VIA). Anche in questo caso Le avevamo dettagliato i motivi per i quali non dovrebbe essere ritenuta valida una VIA rilasciata diciotto anni fa, per giunta in base a un progetto ‘preliminare’ e in ogni caso diverso da quello “originale”.
Nonostante questa situazione, nel suo parere n. 339 del 20 settembre 2021, la CT-VIA si limita a ribadire prescrizioni apposte diciotto anni fa, vale a dire le stesse prescrizioni e raccomandazioni espresse nell’ambito della prima – ed unica – valutazione ambientale compiuta dal Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare (MATTM) nel 2005.
Con la presente vorremmo aggiornarla sugli ultimi sviluppi che riguardano l’iter procedurale di approvazione del progetto infrastrutturale in oggetto. Il 6 dicembre 2022 ANAS ha inviato a tutti i Comuni interessati dal tracciato dell’opera stradale la richiesta di affissione all’albo pretorio “on-line” dell’avviso di avvio del procedimento volto all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, all’approvazione del progetto definitivo e alla dichiarazione di pubblica utilità. Entro 30 giorni i proprietari degli immobili coinvolti dall’intervento di esproprio ed ogni altro interessato avente diritto sono stati chiamati ad inviare le proprie osservazioni (memorie scritte, documentazione etc.).
Il tempo accordato per la presentazione delle osservazioni, a cavallo delle festività natalizie, ha gravemente ostacolato la possibilità di acquisire ed esaminare la documentazione necessaria per la formulazione di osservazioni esaustive. Inoltre, una buona parte degli espropriati ha fatto rilevare nelle osservazioni come nel caso delle cosiddette “opere strategiche” il termine per la presentazione delle osservazioni relativo alla dichiarazione di pubblica utilità non sia di 30 ma di 60 giorni. Nel febbraio del 2020 Regione Lombardia aveva infatti inserito il collegamento Vigevano-Malpensa tra le “opere strategiche” in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, benché il tracciato di quest’opera non abbia nulla a che vedere con l’evento in questione.
Pertanto, ci chiediamo dunque se si possa configurare una violazione della normativa italiana ed europea discendente dalla Convenzione di Århus ed in particolare delle disposizioni rilevanti della direttiva 2003/35/CE sulla partecipazione del pubblico alle decisioni in materia ambientale. L’articolo 6, paragrafo 6, di quest’ultima stabilisce in capo agli Stati membri l’obbligo di stabilire “scadenze adeguate per le varie fasi, che concedano un tempo sufficiente per informare il pubblico nonché per consentire al pubblico interessato di prepararsi e di partecipare efficacemente al processo decisionale”.
Oltre a quelle del “soggetti espropriati” sono state inviate anche parecchie osservazioni da parte di “soggetti interessati” ossia cittadini che pur non essendo toccati dagli espropri sono comunque in qualche modo coinvolti dal tracciato dell’opera (che passerebbe molto vicino alle loro abitazioni, avrebbe un impatto visivo notevole, interromperebbe la viabilità usuale nel percorso “casa/lavoro” allungando i tempi di percorrenza con relativo
aumento di inquinamento ambientale, etc.). A tutti questi “soggetti interessati” il Commissario Straordinario ha risposto con una lettera “standard” in cui si comunica che le osservazioni da valutare sono solamente
quelle dei soggetti espropriati, con ciò non tenendo in alcun conto del processo partecipativo dei cittadini che dovrebbe essere garantito nel caso di opere importanti e strategicamente utili.
La stessa risposta standard è stata data anche al Consorzio DiNAMo (“Distretto neorurale delle tre acque di Milano”) che riunisce ben 37 aziende agricole operanti nelle aree che saranno impattate dalla costruzione dell’infrastruttura stradale, dimostrando con ciò la volontà di non tenere in alcuna considerazione le valutazioni e le istanze di chi in questo territorio produce alimenti di qualità in linea con il Green Deal europeo, in particolare la Strategia ‘Farm to Fork’ e il Piano d’azione dell’UE per lo sviluppo della produzione biologica.
Anche questa circostanza, ossia la distinzione arbitraria ed ingiustificata operata dal Commissario straordinario rispetto alle osservazioni ricevute, nonché il trattamento differenziato riservato di conseguenza a queste ultime, ci porta a pensare che potremmo essere davanti a un caso di cattiva applicazione della direttiva 2003/35/CE. Sia i “soggetti espropriati” sia i “soggetti interessati” dalla procedura in esame paiono infatti ricadere pienamente nella definizione di “pubblico interessato” prevista dalla suddetta direttiva all’articolo 2, lettera a), che lo descrive come “pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale (…) o che ha un interesse in tali procedure”.
Il 18 gennaio 2023 è stata poi convocata presso Regione Lombardia la Conferenza dei Servizi dove tutti gli enti coinvolti nel tracciato dell’opera (Regione, Comuni, Città Metropolitana di Milano, il Parco del Ticino, il Parco Agricolo Sud Milano etc.) sono stati invitati a dare il loro parere sul progetto. Nella prima seduta il Commissario Straordinario di ANAS ha comunicato l’esorbitante aumento dei costi dell’opera, che passano da 220 a 328 milioni di euro. Questo incremento di 108 milioni euro, nel contesto di perenne crisi delle finanze pubbliche in cui versa il nostro paese, fa apparire ancora più sbagliata quest’opera concepita 22 anni fa, quando già appariva inutile e dannosa.
Dal canto loro, Città Metropolitana di Milano, Comuni di Cassinetta di Lugagnano, di Albairate e di Boffalora, Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano, sono intervenuti in Conferenza dei Servizi esprimendo la loro ferma opposizione all’opera sulla base di numerose contestazioni tecniche. Tra le altre cose, nella seduta è emerso con chiarezza che alcune problematiche tecniche espresse da enti gestori di servizi (acqua, gas etc.) e che a partire dal progetto preliminare (2008) non sono mai state affrontate e risolte, ma solo demandate al progetto esecutivo.
Terminati gli interventi, la Conferenza dei Servizi è stata nuovamente aggiornata proprio in ragione del fatto che su questa opera la contrarietà degli enti e dei cittadini del territorio è fortissima. Tale situazione è determinata principalmente dal fatto che i decisori politici e ANAS non abbiano mai preso in alcuna considerazione le proposte alternative presentate ufficialmente da un larghissimo fronte di enti pubblici, associazioni agricole di categoria, associazioni ambientaliste e comitati di cittadini che da sempre chiedono il raddoppio della linea ferroviaria (Milano-Mortara) e la riqualificazione delle strade esistenti per risolvere i problemi di viabilità.
I fautori delle proposte alternative menzionate più sopra ritengono che il progetto vada fermato anche alla luce della crisi climatica e dell’inquinamento atmosferico persistente in questa parte di Lombardia.
Gli orientamenti espressi dal Piano d’azione dell’UE verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua ed il suolo invitano a un ripensamento del modello di sviluppo sotteso alla Vigevano-Malpensa, un’opera che non farà nient’altro che intensificare le emissioni di inquinanti del trasporto su strada in un territorio già saturo di infrastrutture stradali. Constatiamo purtroppo che le misure adottate da Regione Lombardia per porre fine ai
superamenti di limiti di PM2,5, PM10 e NO2, oggetto di ben tre procedure di infrazione per violazione della direttiva 2008/CE sulla qualità dell’aria, non hanno sortito alcun effetto nel sud ovest milanese. Nel 70% dei giorni invernali qui si continua a respirare aria avvelenata, e per questo ad ammalarsi e a morire, come nel resto della Pianura padana, maglia nera in Europa per morti premature da inquinamento atmosferico.
Perché dunque non investire su altre priorità? Il progetto ANAS non risponde in alcun modo al bisogno di mobilità locale intelligente e sostenibile, che non trova ancora risposte in questo territorio, né all’imperativo di procedere speditamente verso la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Ci chiediamo se è con progetti di questo tipo che la Regione Lombardia pensa di dare il proprio contributo nell’attuazione della Legge europea sul clima (Regolamento (UE) 2021/1119) che fissa l’obiettivo di ridurre le emissioni a effetto serra del 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Il Comune di Cassinetta di Lugagnano, contrario all’opera come indicato più sopra e compreso nel Parco del Ticino (e dunque nella riserva “Man and the Biosphere” MAB “Ticino Val Grande”), ha inviato di recente un esposto all’UNESCO invocando azioni di tutela riserva, dato che il progetto ANAS, qualora realizzato, comporterebbe una grave alterazione della relazione tra uomo e ambiente, causando perdita di biodiversità e
producendo effetti negativi sui servizi eco-sistemici forniti dalla natura. Quest’iniziativa ci sembra oltremodo necessaria, se si guarda anche alla proposta di regolamento sul ripristino della natura avanzata dalla Commissione europea lo scorso giugno, in linea con quanto annunciato dalla Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030. Come cittadini, appoggiamo a pieno l’introduzione di obblighi giuridicamente vincolanti per il ripristino degli ecosistemi entro il 2050 e auspichiamo che, come tali, possano essere adottati quanto prima dal Parlamento europeo e dai governi degli Stati membri. Ci preme segnalare come il progetto ANAS, qualora realizzato, inciderebbe negativamente sulle azioni per il ripristino di alcuni tipi di ecosistemi (terrestri, urbani e
agricoli) coperti dalla proposta di regolamento, che mira a trovare applicazione sull’intero territorio dell’Unione (Lombardia compresa), ben oltre i confini dei singoli siti facenti parte della rete Natura 2000.
Come indicato nelle nostre comunicazioni precedenti e nel corso del nostro intervento in Commissione per le petizioni, la contrarietà a questa opera viene ribadita da più di vent’anni ed è determinata dall’invasività del progetto e dalla consapevolezza diffusa rispetto al danno ambientale che esso comporterebbe. Aggiungere una nuova superstrada su suolo vergine, in uno dei pochi angoli ancora preservati della Città Metropolitana di Milano, all’interno del Parco Agricolo Sud Milano e del Parco del Ticino, oltre a portare sicuramente un notevole incremento del traffico veicolare con conseguente aumento di inquinamento atmosferico, non appare ancora una volta non in linea con il Green Deal europeo per quanto riguarda la protezione delle risorse idriche e dei suoli.
Il nostro territorio è caratterizzato da una rete idrica secolare. Qui, le numerose fosse, le rogge e i fontanili, sono funzionali non solo alle produzioni agricole ma anche al mantenimento delle riserve nella falda acquifera per tutti gli usi civili. Purtroppo, la superstrada aumenta di molto i fattori di rischio, creando i presupposti per una possibile modifica del delicato equilibrio idraulico-agrario con conseguenze negative per la sostenibilità economica delle aziende agricole locali già messe a dura prova dalla siccità estrema del 2022, causata dei cambiamenti climatici in atto.
Regione Lombardia non ha di fatto ostacolato il consumo di suolo, che solo nel 2021 si è mangiato 883 ettari di terra libera. In media 2,5 ettari al giorno, secondo il rapporto ISPRA 2022. Miliardi di euro sono stati spesi in un’unica direzione: costruire tangenziali, superstrade, svincoli e ricoprire di asfalto qualsiasi angolo di verde disponibile. Il governo regionale è in balia di una visione dello sviluppo incardinata sulla motorizzazione di massa, quasi come se fossimo intrappolati negli anni del ‘boom economico’. La realtà però è un’altra e la differenza sta nel fatto che se nel 1960 ogni cittadino lombardo aveva a disposizione 2.000 mq. di territorio non cementificato, adesso ne ha a disposizione la metà.
Questo grave problema è affrontato dalla Strategia dell’UE per il suolo per il 2030, che fissa l’obiettivo politico di conseguire un consumo netto di suolo pari a zero entro il 2050 e che invita gli Stati membri a stabilire entro il 2023 degli ambiziosi obiettivi nazionali, regionali e locali per ridurre il consumo netto di suolo entro il 2030, così da contribuire in modo quantificabile all’obiettivo per il 2050 e registrare i progressi compiuti. Aspettando di vedere la proposta legislativa della Commissione sulla “salute dei suoli”, attesa per quest’anno, ci interroghiamo su quale potrebbe essere il contributo dei decisori politici che appoggiano il progetto ANAS alla sua attuazione futura. Nel frattempo, ribadiamo con decisione che un progetto come questo, con un tasso elevatissimo di impermeabilizzazione di suolo agricolo, deve essere assolutamente fermato, anche perché
in totale contrasto con la nuova Shategia dell’UE per il suolo.
Come per il precedente aggiornamento preghiamo la Segreteria della Commissione per le petizioni del Parlamento europeo di garantire che anche questo aggiornamento venga esaminato nella sede opportuna.
Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano