1 luglio 2014
(Ln – Milano) La Civiltà dell’acqua in Lombardia diventi patrimonio mondiale dell’Unesco. La richiesta è stata avanzata dagli assessori regionali Viviana Beccalossi (Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo), Cristina Cappellini (Culture, Identità e Autonomie) e Gianni Fava (Agricoltura), che hanno illustrato il progetto in conferenza stampa a Palazzo Pirelli.
LOMBARDIA TERRA ‘D’ACQUA’ – La Lombardia, con i laghi più grandi d’Italia, i molti fiumi e i piccoli bacini delle Prealpi e dell’alta pianura, è una delle regioni più ricche d’acqua in Europa, tant’è che viene definita ‘Regione d’acqua’. Sul territorio lombardo, inoltre, ci sono circa 100 grandi impianti che svolgono l’attività di bonifica, ovvero, portano via l’acqua delle piogge o la derivano dai fiumi e la conducono nei campi, grazie a una rete di rogge, canali e navigli lunga circa 40.000 chilometri.
RICHIESTA ALL’UNESCO – “Si tratta – ha spiegato l’assessore Beccalossi – di un’idea di grande significato, perché proporre all’Unesco di inserire la civiltà dell’acqua lombarda tra il Patrimonio dell’umanità significa innanzitutto far conoscere ai Lombardi stessi la straordinaria funzione ricoperta dalla bonifica”.
CONSORZI DI BONIFICA – Regione Lombardia opera, insieme ai 12 Consorzi di bonifica e irrigazione, per difendere il territorio, irrigare le campagne e intervenire sui danni, ad esempio, del terremoto. Nel periodo 2007-2013 la Regione ha stanziato 215 milioni, 20 sono invece stati messi a disposizione dai Consorzi. I fondi sono stati utilizzati per attuare 285 progetti di tutela del territorio.
CIVILTÀ DELL’ACQUA – “Dall’anno Mille in poi – ha continuato l’assessore -, con un lavoro paziente e straordinario, si è andata a costituire la Civiltà dell’acqua, che ha reso le terre fertili e più sicure, ne ha condizionato il paesaggio e ha incentivato l’economia. Si tratta di un sistema che ha avuto la sua testimonianza più vistosa proprio a Milano, con i suoi Navigli”. DATI – Oltre 1.500 fontanili, 97 grandi manufatti idraulici e irrigui, 40.000 chilometri di canali, rogge e navigli assicurano l’equilibrio idraulico-territoriale e ambientale della pianura lombarda e le consentono di essere sicura, abitata e fertile. Un equilibrio che viene mantenuto su 1.211.625 ettari, più della metà dell’intera superficie regionale, su cui è presente il 75 per cento della popolazione, e che oggi è dato per scontato, ma che, invece, necessita di un’opera costante e costosa, specie ora che il manifestarsi dei cosiddetti ‘eventi estremi’ causati dai cambiamenti climatici in atto rendono più fragile il territorio.
DIFESA DEL SUOLO – Oltre alla difesa del suolo, queste opere concorrono a portare l’acqua su più di 700.000 ettari, sui quali, grazie all’irrigazione, insistono le aziende agricole, che pongono la Lombarda al primo posto in Italia per produzione lorda vendibile e tra i primi in Europa per efficienza e qualità dei prodotti.
PROGETTO PER EXPO – La Civiltà dell’acqua in Lombardia è un progetto che, inoltre, si proietta anche verso Expo 2015: l’acqua è infatti una risorsa fondamentale per produrre cibo e per raggiungere l’obiettivo ‘Nutrire il pianeta’.
(Lombardia Notizie)